Araba Fenice
A candele accese
invoco la matriarca,
che di ogni luce
ne fece segreto e arca.
Battiti lenti quasi a morir
del corpo in cenere,
mentre si passa alla pira di lapilli,
al cospetto d'aquile
si rinasce con le fiamme
e l'impronta sacra fa richiamo
e suole cantare al salir di luce,
a nuova vita ci s'appella
al primo Padre e alla prima Madre,
che nell'alchimia del tempo,
risvegliano il vibrar del senzatempo.
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